Written by 12:53 pm La Maratona, Maratone, Pensieri di corsa • One Comment

Finalmente Tokyo!

Volo per Tokyo

Ho sognato di visitare Tokyo e il Giappone da quando vidi per la prima volta il cartone animato giapponese Shin Chan. Avevo 10 anni. Ora ne ho 33 e finalmente realizzo quel sogno, con una missione ben precisa: correre la Maratona di Tokyo.

La maratona di Tokyo è una delle 6 World Marathon Majors, e con questa tappa, gambe e Dio permettendo, concluderò la quarta delle sei manifestazioni. L’obiettivo ancora intatto di correrle tutte sotto le tre ore, è a forte rischio, perché sono arrivo a Tokyo con pochissimi chilometri d’allenamento, circa la metà in meno di quelli fatti per New York, Londra e la stessa Boston che fu un mezzo disastro, ma comunque sotto le tre ore, lo scorso aprile.

Arrivo in terra nipponica dopo 4 mesi turbolenti, tra infortuni, problemi personali e parecchi ostacoli tra me e la corsa, con ovvia ripercussione nella preparazione atletica che dovrebbe essere rigorosa per correre ai miei livelli. Ma ormai siamo qui, e io non ho la minima intenzione di ridimensionare l’obiettivo. Ben allenato sono un atleta che ha corso due anni fa in 2:41, mal allenato ce la farò a correre in 2:59 no?

Sono già a Tokyo da ieri, partito da Londra il 19 febbraio alle 7 del mattino e arrivato a Tokyo ieri, 20 febbraio, alle 11 del mattino. Il viaggio è stato lungo e in 48 ore ho dormito circa 5 ore. Per fortuna ho una settimana per adattarmi al fuso orario e per riposare.

Dopo qualche anno sono tornato a viaggiare in Alitalia, Londra – Tokyo con scalo a Roma di 3 ore circa. Mi ero ripromesso di non viaggiare mai più con questa compagnia dopo un’esperienza negativa in un precedente viaggio per gli Stati Uniti. La scelta è stata prettamente legata al costo del biglietto, molto competitivo rispetto a tutte le altre compagnie aeree, 832 pound in due, andata e ritorno. “You pay peanuts, you get monkeys”: dicono gli americani e infatti Il secondo volo, quello di 12 ore tra Roma e Tokyo, è stato parecchio deludente. L’aereo, un Boeing 777, era vecchio con ancora sistemi di intrattenimento on-board datati e mal funzionanti. Per non parlare del cibo servito a bordo. Penso il peggiore fin qui mai provato in volo.

Dopo il lunghissimo viaggio, l’impatto con il mondo giapponese è stato piacevole. La gente sorride ed è cordiale, il che per uno che vive nella fredda (e non solo per il clima) Gran Bretagna, è tanta roba. Il controllo passaporti è stato uno dei più piacevoli controllo passaporti che abbia mai fatto, con i poliziotti super cordiali e ospitali.

All’aeroporto, subito dopo aver ritirato i bagagli, siamo stati intervistati da una truppa di giornalisti nipponici per una emittente televisiva locale. Domande di rito e qualche risata: da dove viaggiate, come mai avete scelto la maratona di Tokyo, in che tempo pensi di chiuderla e via dicendo… Mi sono sentito famoso come Benigni nel film To Rome with Love nella scena di Leopoldo.

Dall’aeroporto ci siamo diretti a Tokyo, con un paio di treni e un’altra ora di viaggio.

Tokyo è una città davvero sorprendente, piena di personalità e brio. Colori, suoni, persone, macchine, insegne, cartelloni pubblicitari, profumi… qua è tutto diverso. Penso sia questo il così detto “shock culturale” di cui tanto si parla tra i viaggiatori. Sento di essermi già innamorato, dopo poche ore, mi sento stranamente a casa, nonostante di casa questo posto non abbia niente.

Una delle cose che devo annotare è il clima, sorprendentemente caldo per essere febbraio: 18 gradi e cielo un po’ coperto. Mentalmente mi sono preparato a correre la Maratona in un clima molto più freddo, ma il riscaldamento globale pare abbia dato i suoi effetti anche in oriente 🙂 .

Un’altra cosa che devo assolutamente annotare, un po’ fuori luogo in un blog che dovrebbe parlare di corsa, è il gabinetto elettrico presente in tutti i bagni, anche quelli pubblici. Si tratta di un water riscaldato con bidet incorporato. Basta schiacciare un pulsante per farti lavare il sedere con un getto d’acqua regolabile in intensità. Questo si che rientra nello shock culturale. Vivo in un paese dove il bidet non esiste e ora sto visitando un paese dove il bidet è incorporato nel water. L’evoluzione umana ha preso delle vie un po’ strane qui in Giappone, ma tanto rispetto. In occidente il water è rimasto sempre lo stesso da troppi anni in effetti.

Tornando a cose serie, Tokyo mi sta sorprendendo anche per l’ordine e la pulizia. È una città enorme, ma piacevolmente ordinata, facilitata probabilmente dalla gente estremamente rispettosa. Qui per esempio, non si fuma nei luoghi pubblici all’aperto, la gente si mette in coda anche per salire sul treno e le macchine si fermano se un pedone deve passare (si lo so che in teoria per legge è così anche in Italia, ma qui lo fanno per davvero, ancora prima che tu inizi l’attraversamento).

Dopo una sorta di pranzo / cena, visto l’orario non saprei in che altro modo definire il nostro primo pasto a Tokyo, abbiamo visitato un po’ il quartiere dove siamo alloggiati e poi alle 6 del pomeriggio, fisicamente distrutti, siamo andati a dormire.

Ora, sto scrivendo questo articolo da un treno super espresso per Kyoto (1:45 minuti per fare 452 km), dove ci fermeremo per tre giorni, prima di tornare a Tokyo venerdì giusto in tempo per l’expo della maratona.

Nel frattempo sono quasi arrivato e devo chiudere l’articolo. Non vedo l’ora di vedere questa città che in parecchi mi hanno consigliato. Se tutto va bene, stasera correrò qui il mio primo allenamento giapponese. 10 km, in rigorosa modalità “tapering”. Ogni giorno che passa la tensione pre-gara sale.

Finalmente si correre!

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A presto!

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