Written by 9:00 am Pensieri di corsa • One Comment

Il motivo. La motivazione.

C’è sempre un motivo, “un perché” che giustifica e dà il senso a qualsiasi gesto noi si faccia nell’arco della nostra vita.

Quindi anche quando si sceglie di iniziare a correre, lo si fa SEMPRE per un motivo: farsi del bene, espiare una colpa, dimagrire, passare del tempo all’aria aperta, isolarsi, dimostrare di farcela, competere con se stessi, competere con gli altri, poter dire il giorno dopo “Ieri sono andato a correre”…

Qualunque esso sia, è fondamentale che esista: senza motivo non si esce di casa, né la prima volta né quelle successive. Non si schiaccia il pulsante “start”. Il motivo è l’unico bagaglio ammesso durante la corsa. Senza di esso non può crescere la motivazione che ci fa tener duro mentre stiamo sudando/faticando/arrancando.

Il motivo è la risposta brillante alla domanda che facciamo a noi stessi nel momento di massima crisi (respiratoria): “Ma chi me l’ha fatto fare?!”. Te stesso caro mio, proprio per QUEL MOTIVO e un piede davanti all’altro stai raggiungendo il tuo risultato. Quindi risparmia ossigeno e continua a correre.

E allora la motivazione cresce in maniera inversamente proporzionale alla quantità di fiato, e inizi ad amare sempre di più questo sport faticoso ed eccitante, perché ti fa sentire meno in debito per le promesse che avevi fatto al tuo io più profondo la prima volta che davanti allo specchio hai detto “Dai, esco a correre”.

Correndo per quel motivo, alimenterai la tua voglia di rifarlo ancora, ancora e ancora, a discapito del poco tempo libero, della fatica, della ceretta da fare.

E poi ciao. Non si torna più indietro.

E il giorno in cui sai che andrai a correre ti sentirai figo come un guerriero che sta per combattere la sua epica battaglia e faticherai a non pensare “Yeah, oggi si corre!”

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