Written by 12:01 am Pensieri di corsa • 4 Comments

Al Tor des Géants Trail con una gamba sola

Tor des Géants

Gambe in spalla
Come succede spesso alla sera, belli comodi sul divano, girovaghiamo su Internet o su Facebook leggendo, più o meno attentamente, le notizie o quello che viene postato dai nostri amici; ed è proprio così che ieri sera, messi a letto i bambini e non trovando nulla di interessante in tv, mi son messo a bighellonare su Facebook. Tra i tanti post, più o meno seri, mi attira quello fatto dall’amico runner (grande runner lui che ha concluso il TOR nel 2014) Corrado Ratti.
Il post da lui condiviso diceva  “Il Tor des Géants con una gamba sola e oltre 40mila firme. La sfida è ora contro la normativa” ed era accompagnato dalla foto di un ragazzo in montagna con una protesi.
Li per li mi son detto che era una pazzia. Fare il TOR è già di per se un’impresa per la lunghezza ed il dislivello (330 km D+ 24.000 mt) e tecnicamente ci sono passaggi molto impegnativi e pericolosi. Pensare di farlo con una protesi mi è parsa veramente una follia (non me ne voglia Francis…leggendo ho cambiato idea 🙂 .

Ormai il seme della curiosità era in me e così sono andato a leggere più attentamente l’articolo pubblicato da un giornale on-line della Valle d’Aosta.
La storia di Francis potrebbe essere una delle tante, ma lui credo abbia qualcosa in più.

Francis è un ragazzo franco-italiano, nato in Francia ma cresciuto con la sua famiglia in Valle d’Aosta (nel terra di suo padre). Viveva una vita “normale” con una fidanzata, il servizio militare poi il lavoro in cantiere ed  il matrimonio. A volte la vita non va come vorresti, hai fatto progetti ed hai sogni, ti impegni per realizzarli anche lavorando duramente, e questo è quello che faceva Francis ma la sorte ha una brutta sorpresa per lui, un brutto incidente sul lavoro. Un cingolo di uno scavatore gli schiaccia un piede causando una brutta ferita.
Le cure tanto immediate quanto sbagliate dell’ospedale di Aosta, il trasferimento presso un ospedale francese dove cercano di salvargli la gamba con innumerevoli interventi (ben 18 in pochi mesi), il coma sopraggiunto dopo uno di questi, la sua forza d’animo e le ottime cure che gli vengono date non bastano però a salvargli la gamba che gli viene amputata appena sotto il ginocchio.
Francis aveva solo 21 anni.

Il suo racconto è …. struggente, posso solo lontanamente immaginare ciò che ha passato, le ferite del corpo si guariscono, con cure e riabilitazione ma le ferite dell’animo son ben più dure da guarire, ma Francis è duro e forte e decide che non può abbattersi, reagisce e cerca di riprendersi la sua vita “normale”, ha una moglie un figlio (poi avrà altri due figlioli al suo fianco) e vuole viversela con loro.
In questo blog parliamo spesso di quanto faccia bene fare sport. Benefici fisici e mentali.

Se qualcuno avesse ancora dei dubbi…leggete le parole di Francis:
“Diverse persone erano al corrente del mio problema fisico e, involontariamente, avevano creato una sorte di catena solidale parlando tra loro, proprio grazie a questo venni a conoscenza di un uomo amputato di Valtournenche che praticava dello sport. Avevo ripreso un po’ lentamente la mia vita ma mi mancava qualcosa, decisi così di andare a conoscere Pierino Gaspard.

Dopo averlo conosciuto mi mise gli sci a piedi e mi portò a Breuil Cervinia per imparare di nuovo a sciare. Le prime discese non furono mica facili, non era per niente semplice stare in equilibrio su di uno sci solo e per giunta con dei bastoncini che in quel momento potevano essere d’aiuto solo ai più abili degli equilibristi. Dopo diversi tentativi, e numerose cadute, giunsi all’utilizzo di un paio di stampelle dotate di due piccolissimi pattini.
Tutta un’altra  storia!

Riuscii a portare così a termine la traversata del ghiacciaio del Monte Bianco, la famosa Vallée Blanche, accompagnato da Renzino Cosson, guida alpina ed allora direttore del Soccorso Alpino Valdostano.

Non praticai solo lo sci con Pierino, mi spinse a fare anche dell’atletica leggera. Mi iscrissi alla Polisportiva Handicap Biellese e con l’aiuto  della presidentessa Paola Magliola portai a casa dei buoni risultati con il lancio del peso, del disco e del giavellotto.
Pierino mi scosse davvero tanto e mi fece capire che nulla era impossibile per un uomo, a patto che ce ne fosse la volontà. E’ stato per me un importante punto di riferimento sia a livello umano che spirituale e, malgrado la sua scomparsa, continua ad essere fonte di ispirazione.

In tutti questi anni ha praticato tanti sport, nuoto, sci d’acqua, sci invernale agonistico e, nonostante viva al cospetto delle montagne più alte d’Europa non frequenta molto i bellissimi sentieri e percorsi che gli si presentano, fino a quando un suo caro amico partecipa all’edizione del 2013 del TOR.
Le sue parole “… Forse è stato proprio in quell’istante che è scaturita in me una passione per la montagna, una montagna diversa da come l’ho vissuta in precedenza.
Bene, ecco il mio sogno! Voglio partecipare ad un trail, voglio camminare con i giganti, camminare sulle mie montagne, voglio partecipare al Tor des Géants!
Forse più che un sogno è una vera e propria impresa, soprattutto se iniziamo ad analizzare la mia forma fisica. Ho 46 anni, ho una gamba in meno e sulla quella rimasta ho avuto una ricostruzione dei legamenti. A complicare il quadro aggiungiamo un po’ di ipertensione e ben 123 chilogrammi da mettere in movimento. Ecco, forse la vera impresa per me non è partecipare al Tor des Géants ma piuttosto affrontare tutti questi problemi con serenità, realizzando un’impresa importante per un disabile e cercando di far capire che la disabilità nei maggiori dei casi diventa un luogo comune da demonizzare nella mente della gente. Non possiamo privarci di vivere un vita come tutti gli altri, no?”
Fin qui vi ho raccontato la sua storia. Bella. La forza di quest’uomo è incredibili, io al suo posto non so se sarei così forte.

Tor des Géants

Francis al TOR 2013 (come spettatore)

Adesso vi racconto cosa dobbiamo fare per aiutarlo a realizzare il suo sogno. Dobbiamo firmare la sua petizione.
L’organizzazione del TOR, dopo aver aperto uno spiraglio ha richiuso la porta alla sua partecipazione manca la normativa che tuteli sia loro che lui, ma LUI, Francis, non si ferma e non vuole rinunciare al SOGNO ed ha scritto al del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, all’Ufficio per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Comitato Italiano Paralimpico CIP, Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali ed anche alla UISP Unione Sport per Tutti per far si che non esistano barriere e che atleti nelle sue stesse condizioni possano partecipare accompagnati e non a queste manifestazioni.
Abbiamo, si abbiamo perché io ho firmato subito, raccolto 43.599 firme, ne mancano solo 6.401.
AIUTIAMO FRANCIS !!!

Se vuoi aiutare anche tu Francis, firma la petizione qui.

Guarda il suo video

Pic by Tor des Géants on Flickr

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