Dopo tanti anni il sogno è diventato realtà.
Domenica 31 maggio alle 4.53 del mattino ho tagliato il traguardo di Faenza dopo 13h 57′. Il Passatore è MIO!!!
Il Passatore è storia e non solo perchè è l’ultramaratona per eccellenza, ma perchè il percorso è legato alla storia delle due regioni che attraversa, Toscana ed l’Emilia Romagna. Quella strada ha visto passare soldati ed eserciti sin dal 1300 quando le truppe papaline la percorrevano per andare a combattere in Romagna. Nel 1800 il bandito Stefano Pelloni, soprannominato “Passatore” dal mestiere di traghettatore (o “passatore”) sul fiume Lamone esercitato dal padre Girolamo, seminò il terrore lungo la strada che collega le due città e da lì prese il nome questa mitica corsa nata ormai 43 anni fà.
I motivi che ti spingono a fare il Passatore sono tanti e ogni partecipanti ha i suoi. Io l’ho fatto per me, per realizzare un mio sogno vecchio di anni, per dimostrarmi che ce la potevo fare e in un qualche modo per accrescere la mia autostima. Se avessi fallito? Non lo so, forse sarei ripartito più determinato con la consapevolezza d’averci provato o forse mi sarei abbattuto…ma non credo.
Definirlo il mio passatore non è corretto, dovrei dire il Nostro passatore, perché questa avventura l’ho condivisa con e grazie al grande amico che risponde al nome di Daniele.
Con lui l’ho preparata e con lui l’ho fatta, ho solo un piccolo rammarico che è quello di non averla fatta “tutta” con lui che al 72° km circa è stato fermato dalla CRI per un leggero mancamento….ma andiamo con ordine.
La nostra avventura inizia alle 9.12 quando partiamo con il Frecciarossa in direzione Firenze. Sono rilassato e concentrato, non penso alla gara anche se mille altri pensieri affollano la mia testa. Arrivati a Firenze la priorità è pranzare ma Daniele ha pensato a tutto ed ha già prenotato in un ristorante vicino alla partenza…pasta, carne e patate…il carico è fatto!!!
Sbrigate le solite pratiche di ritiro pettorali e vestizione, operazione andata lunga per me che, forse iniziavo a sentire il peso della gara, spostavo le cose da un punto all’altro e sono rimasto in mutande sotto i portici di Piazza della Signoria per tantissimo…
Ore 15.00 grande euforia. Siamo sulla linea di partenza manca poco allo sparo, il cuore batte a mille, in testa si affolla un ciclone di pensieri, continui a guardare il GPS per essere sicuro che prenda….ma quando spara!!….sparo!!! Inizia il viaggio, la testa di colpo si svuota, le idee si rimettono tutte in fila e inizi a correre tra due ali di folla che agita le mani e batte il cinque, chi ti guarda come se fossimo dei folli scatenati chi come se fossimo degl’eroi…non siamo ne folli ne eroi.
Questa gara è un vero e proprio viaggio, si attraverso paese, paesini e frazioni, si conoscono tante persone, si condivide.
Mi sono preparato meticolosamente e tutto è studiato nei minimi dettagli, cosa e quando mangiare e bere, l’andatura, quando correre e quando camminare. Le gambe girano alla grande, i km passano e mi diverto, chiacchiero, faccio foto, scherzo con il pubblico lungo la strada e con i partecipanti….è una festa e sono felice di farne parte. In poco meno di 30 minuti arriviamo alla prima prova, la salita di Fiesole. Mi avevano detto “stai attento che molti ci lasciano le gambe”, ma le mie girano e anche quelle del mio socio Daniele. Fiesole fatta. EVVAI!!! E’ un susseguirsi di emozioni il paesaggio è bellissimo con Firenze alle spalle e le colline dell’appennino che si avvicinano. Sembrano lontane e alte…vabbè una cosa alla volta.
Con il mio carattere non fatico ad interagire con il pubblico tant’è che riesco anche a farmi offrire un sorso di birra da uno spettatore. Le ore passano e con loro i km, dov’era il primo cancello? Borgo qualcosa? Si Borgo San Lorenzo (Km 31,5), che raggiungiamo in poco più di 3h 30′, qui inizierà la lunga ascesa al Passo Colla, 16,5 km e oltre 700 mt. di dislivello, eppure non è la parte più dura il peggio arriverà più avanti.
E’ veramente difficile descrivere e far passare le emozioni che ho provato, forse sono io che sono emotivo, forse perché desideravo questa cosa da troppo tempo, ma ero come trasportato in una dimensione parallela, dove i problemi, le difficoltà della vita di tutti i giorni, i dispiaceri non esistevano, mi giravo guardavo il mio socio Daniele (grande uomo) e lo vedevo felice come me ed io ero felice d’essere li con lui.
Dopo una sosta al ristoro, di Borgo San Lorenzo si riparte, ci aspettano 17 km di salita con tratti al 12%, So che sarà dura ma sto bene. Al 35° km di colpo, in piena salita ed a 13 km dal Passo della Colla, mi svuoto, un dolore al petto un altro alle gambe, la schiena….so che è solo la mia testa, che devo reagire, vorrei confidare il mio malessere, la mia “crisi” all’amico Daniele ma anche lui inizierà ad essere un poco stanco, ad essere messo a dura prova dalla salita e non posso e non voglio appesantirlo. Cerco aiuto nella PNL (programmazione neuro linguistica), cercare un pensiero positivo, cercare di guardare la mia “crisi” da fuori e convincermi che in fondo non è poi così forte. Pensiero positivo “i miei bimbi”…sicuramente saranno a casa attaccati al pc per seguire il real time e staranno tifando per me, non posso deludeli. Lacrimuccia. Riparto con la testa. Km 41°.
Corriamo e camminiamo e piano piano passano i km, passa anche il cartello con il quale ci informano che abbiamo fatto una maratona…manca poco al colle. Le emozioni si moltiplicano.
Arriviamo al passo che è già buio, sono le 21.10 e abbiamo fatto 48 km….mai fatti tutti in una volta….
Cambio di abiti (un po’ movimentato perchè non trovano il mio zaino), bere e mangiare….non potevamo farci mancare un bel te con biscotti appoggiati al cofano della Jeep della Protezione Civile a dimostrazione che l’umore è alto nonostante i km percorsi.
Ci lanciamo in discesa alternando ancora la corsa alla camminata per non devastarci, i ristori sono l’obiettivo…5 km alla volta…crisi…no cavolo ancora la crisi no!!! …che fare?…chiamo casa (cazziatone del mio socio…”cosa fai con il telefono? se non riesci a parlarci li fai preoccupare!!!”)…non sento rispondere, sento un boato “è papà!!!” e i miei due angeli che corrono al telefono…ci mettiamo qualche altra lacrimuccia? io si, ma grazie a loro riesco a reagire nuovamente, non posso deluderli loro si aspettano che io arrivi a Faenza quindi giù a testa bassa e via, perché non si molla mai!!!
La stanchezza che aumenta con i km, i ristori sono veramente un punto d’arrivo e di ripartenza fino al 72° km circa quando il mio socio non sta bene, come accennato la CRI lo ferma nonostante si sia ripreso più che bene. Decidono di portarlo a Brisighella alla tenda con il medico. Le sue rimostranze non servono a nulla, le mie … ancora meno. Lo accompagno all’ambulanza, vorrei stare con lui ma la decisione è di quelle non facili. Riparto con il morale a pezzi, ho perso il mio compagno di viaggio. Vedo ancora più lontano i traguardo, è l’1.30 di domenica mattina, mi sento solo, stanco e demoralizzato. Un solo pensiero riempie la mia testa “da solo non posso farcela”. Preso dallo sconforto mando un messaggio alla mia “Amica” Morena, so che starà dormendo anche lei dovrà gareggiare tra qualche ora a Cortina (portando a casa un grandissimo risultato). Poche parole per comunicarle che sono rimasto solo, so che non avrò risposte ma il solo scriverlo mi aiuta. Corro e cammino, non trovo nessuno che tenga il mio ritmo e continuo da solo in compagnia della mia lampada frontale. Suona il telefono è Daniele. “Ciao come stai? Io sto bene e posso ripartire, ti aspetto che andiamo a Faenza insieme.”
Dentro di me è sorto il sole nonostante fosse notte fonda. Arrivo a Brisighella, mi ristoro e vado alla tenda CRI ma non lo vedo, mi siedo fuori, lo chiamo e sento un cellulare suonare.
Siamo a 15 km dal tanto agognato traguardo di Faenza. Corro 6’ (circa 800 mt) e cammino 2/3’. Daniele mi sorregge e incita. Le gambe sono andate, è solo testa. 15 km=2 ore.
Faenza, piazza del Popolo. E’ finita. Gioia immensa, taglio il traguardo con Daniele.
Il Passatore è MIO!
Grazie Daniele per questi 5 mesi di allenamenti, grazie soprattutto per quei 15 km!! Un grande gesto che solo un grande amico può fare.
Nei giorni successivi, riguardando le foto scattate, mi sono reso conto che il Passatore è dopo. Poterla correre è emozionante, ma 100 km sono tanti e dopo un certo limite (il mio è stato intorno al 75°) pensi solo ad arrivare, i giorni successivi mi sono reso conto di cosa ho fatto e soprattutto cosa ho vissuto. Immagini ed emozioni che rimarranno impressi nel mio cuore e nella mia mente per sempre.
Grazie a TUTTI coloro che mi hanno sostenuto e che mi sono stati vicino.